Un mix di riflessioni che non sono direttamente collegate con il mondo della comunicazione

C’è un nuovo blog in città

Ho aperto il mio secondo Blog: Comunicare Stanca, su wordpress.

Questo mio primo blog non ha mai avuto un identità fissa, è sempre stato il depositario di tutto quello che mi passava per la mente, in modo un po’ caotico: Comunicare Stanca invece sarà dedicato solo alla comunicazione, alle analisi che faccio ed alle riflessioni sulla comunicazione che mi verranno in mente. Un blog monotematico quindi.
Questo blog non chiude, verrà aggiornato quando avrò qualche riflessione importante da condividere con voi. Per tutto quello che è inerente al mondo comunicativo ora sapete dove trovarmi

Elezioni Europee tra 2004 e 2009

Il PdL è il primo partito in Italia con il 35,5%, segue il PD con il 26,4%. Troviamo la Lega con un notevole 10,2%, IdV con 8% e UdC con il 6,5% a chiudere.

Una tabella delle variazioni rispetto al 2004
Partito
2004
2009
variazione
variazione in %
PD
10.105.836
8.004.786
-2.101.050
– 20,8 %
PdL
10.542.851
10.801.410
258.559
+ 2,4 %
Lega Nord
1.613.506
3.126.600
1.513.094
+ 93 %
UDC
1.914.726
1.996.130
81.404
+ 4,1 %
IdV
695.179
2.450.389
1.755.210
+ 252 %
Possiamo vedere come la vera astensione sia stata quella degli elettori del PD che ha ben poco da gioire e, più che riflettere sulle cause della debacle, ormai note, dovrebbe mettere in atto quei cambiamenti auspicati.
Vedremo cosa succederà in Europa adesso. Da segnalare l’assenza del programma in Europa del PdL. Di seguito invece quelli di tutti gli altri partiti eletti:
A voi i commenti: questo post è volutamente sintetico e freddo. Solo dati.

Ultimo giorno di lavoro

Ho messo in ordine i manubri, ho riposto i vari dischi ed ho allineato le panche. Ho controllato gli spogliatoi ed infine ho abbassato gli interruttori. Due giri di chiave e la palestra era chiusa.
Stasera ho chiuso la palestra per l’ultima volta: dopo due anni ho deciso che era ora di cambiare, di provare a fare qualcosa di diverso. Quest’ultima settimana è stata piena di abbracci, saluti ed arrivederci, da parte di persone che ho conosciuto e che mi mancheranno.
Da questi due anni mi porto via tanta esperienza. Lavorare in questo ambiente mi ha insegnato molto: a gestire un innumerevole numero di persone, tutte diverse, ognuna con le sue richieste i suoi problemi ed i suoi obiettivi; ho imparato ad essere più sicuro mentre insegnavo davanti a classi numerose; mi sono guadagnato la fiducia delle persone che ho allenato e che ancora adesso mi chiedono consigli. Penso di aver gestito solo in sala pesi qualcosa come 400 persone in questi due anni ed ognuna mi ha dato qualcosa, soprattutto su di me.
Mi sono sentito apprezzato e ho visto riconoscere le mie abilità, una sensazione stupenda. A voi tutti che vi siete fidati ed affidati a me in questi anni, grazie.
Ora è tempo di lasciare il nido ed andare incontro all’oceano: lasciandomi alle spalle la porta chiusa ho sentito la brezza del mare sulla pelle.

Parma Work Camp

Ebbene sì, c’ero anche io: il mio primo barcamp.

Innanzitutto vanno i complimenti alla Fran per l’organizzazione: applauso!

Primo barcamp di una lunga serie perchè è stato fantastico! Prima di tutto le persone: intelligenti, simpatiche ed interessanti; solo per incontrarle varrebbe la pena di andare ad un barcamp. Vi citerò in ordine sparso alcune delle splendide persone incontrate: il precario, la vyrtuosa, lapaoly, lafra, suzukimaruti, franziskina, wolly, paz, linda, maria, simone, Roberto Felter (che abita a 10 km da casa mia, ma non ci siamo mai incontrati prima, sarebbe troppo facile) e stef(ino). Ho visto anche molte altre persone, ma con queste ho chiaccherato a lungo e ne è valsa la pena.

Poi gli interventi: in questo caso il tema principale era il mondo del lavoro ed il rapporto con il web. Alcuni speech interessanti, altri molto interessanti da seguire con attenzione ed altri da mettere in dubbio dopo aver riflettuto. Qui potete trovare due interventi: Web 2.0 e disastri e Mettersi in gioco al tempo del web per farvi un idea di che cosa si è parlato. Mi è piaciuto molto l’intervento di Auro e Vanz sul curriculum dove si è sottolineato come la presenza di elementi social sia fondamentale mentre quelli classici lo siano meno (dipende sempre da dove mandi il CV e da che cosa stai cercando)

Cosa è un barcamp? Un luogo (o “non luogo” tirando in ballo Marc Augè che fa sempre figo) dove si discute, si riflette e si dialoga, ma soprattutto un momento di condivisione d’idee, d’esperienze e di sorrisi. Probabilmente come ha detto un amica è una scusa per stare insieme, dove persone che conoscevi come jpeg 150×150 diventano vere e ne conosci altre di cui poi non puoi più fare a meno.

Una giornata piacevole trascorsa a fare ciacole 2.0 😉

Il mio tatuaggio


In molti mi stanno chiedendo il significato del tatuaggio che mi sono fatto sulla schiena. Poichè la spiegazione è lunga ho deciso di dedicarci un post: nel mio tatuaggio troviamo Yin – Yang, Taosimo, Confucianesimo, I-Ching, Mei Hua, Wu hsing (cinque elementi) e la semiotica con il suo/mio concetto di comunicazione (che non sarà trattata lungamente, solo in accenni).

Partiamo dal centro

Parte centrale del tatuaggio è il T’ai Chi Tu, la rappresentazione del principio supremo (Tai Chi). In questo caso vediamo come questo rappresenti la teoria Yang (Bianco) – Yin (Nero), dove si concepisce la realtà come composta da elementi contrapposti e complementari: luce – ombra, maschile – femminile, esterno – interno, caldo – freddo, positivo – negativo, alto – basso….(una sorta di visone pari a quella della semiotica strutturale). Quella sulla mia schiena è solo una delle rappresentazioni possibili. Normalmente la parte bianca è posta a sinistra e quella nera a destra: il sole infatti sorge ad est e tramonta ad ovest. Le due componenti principali sono in equilibrio avendo pari superficie: la suddivisione in S delle due parti fa sì che il perimetro della parte Yang e della parte Yin siano equivalenti al perimetro dell’intera circonferenza

Bianco e nero, ma non solo: il disegno è composto da quattro elementi: Grande Yang, Grande Yin, Piccolo Yang e Piccolo Yin. Queste parti ricordano che gli assoluti non esistono, ma ogni componente ha in se il germe del suo opposto: il massimo dello Yang genera Yin e viceversa: ogni elemento non è mai definito ed è sempre relativo: un uomo è yang rispetto ad una donna, ma è yin rispetto ad una persona più anziana: l’assoluto non esiste, esiste una visione sotto qualche rispetto (come Peirce afferma che cogliamo solo aspetti particolari di ogni cosa). In questa rappresentazione vediamo le due componenti ferme, ma in realtà sarebbe più corretto immaginarle come liquide, come due fluidi che si mescolano pur mantenendo le proprie caratteristiche. L’unica elemento immutabile è il cambiamento stesso rappresentato dalla circonferenza: la stasi non esiste, l’evoluzione è continua (e qui andiamo nella semiotica interpretativa e generativa).

Normalmente Yang a sinistra e Yin a destra, ma sulla mia schiena sono orizzontali: rappresentano il Taoismo. Il Taoismo s’identifica con la natura e con la “via”, Tao. Definire cosa sia il Tao è impossibile: “Il Tao che si esprime con le parole non è il vero Tao” parole di Lao Tzu, il Tao è un principio sopra la morale che è insito nella natura: inotre il tao è vuoto, privo di elementi che ci permettono di definirlo, ma questo suo essere indefinito gli permette di generare ogni cosa (come la sostanza di Hjelmslev). Bisogna agire in accordo con la natura, non in maniera forzata o innaturale. Il Taoista dovrebbe conservare la semplicità e l’innocenza infantile e crede che la morbidezza prevalga sulla durezza. Nelle arti marziali questo si traduce con: “Un buon guerriero non è bellicoso, un buon vincitore non da battaglia, un buon comandante è un uomo umile”

Seguire il Tao nella vita in accordo con la natura e seguire il Tao nella società: il Confucianesimo. Rettitudine, rispetto delle regole e degli altri: si agisce perchè è giusto fare le cose, non perchè ci si aspetta una ricompensa o un vantaggio; non fare agli latri quello che non vorresti venisse fatto a te, fai agli altri quelo che vorresti venisse fatto a te. Uno degli aspetti che più interessanti è che, per il Confucianesimo, perchè riusciamo nelle nostre imprese è necessario l’aiuto del Cielo che però è fuori dal nostro controllo. Dato che non possiamo controllarlo è inutile preoccuparsi del successo o dell’insuccesso: dobbiamo solo impegnarci a fondo in quello che facciamo.

Intorno al T’ai Chi Tu troviamo i cinque petali del Mai Hua, il fiore di prugno. I cinque petali rappresentano i cinque elementi della tradizione cinese, i cinque continenti, i cinque popoli, i cinque archi del corpo (mano sx – mano dx, gamba dx – gamba sx, mano sx – gamba sx, mano dx – gamba dx, colonna vertebrale). Il fiore di prugno è un albero umile, che non si cura delle altre piante. Rimane in attesa durante l’inverno ed è il primo a sbocciare, ma solo per poco: i suoi fiori quando si staccano girano vorticosamente portati dal vento, ma cadono in piedi, in perfetto equilibrio. Il praticante di mei hua non si oppone al suo avversario, schiva la sua forza e rimane sempre in equilibrio, sia fisicamente che moralmente.

Intorno al disegno centrale troviamo una componente gli otto trigrammi, i pa kua. Immaginiamo Yang come 1 e Yin come 0: inizialmente ho solo due valori, 1 – 0, sì – no. Se li unisco posso avere quattro combinazioni 11 – 10 – 01 – 00, assolutamente sì – più sì che no – più no che sì – assolutamente no (vengono definite come le 4 immagini e come 4 stagioni). Aggiungendo un altro valore posso avere 8 possibili combinazioni e se sostituisco 1 con una linea continua e 0 con una linea spezzata ottengo gli otto trigrammi. Partendo dalla parte in alto a destra del mio tatuaggio abbiamo: cielo, vento, fuoco, montagna, terra, tuono, acqua, lago. Se unisco tra di loro i trigrammi ottengo gli esagrammi alla base dell’I Ching, il libro delle mutazioni, 64 esagrammi per descrivere qualunque situazione possibile in una concezione della storia ciclica, nella concezione che molte risposte che cerchiamo sono già in noi: abbiamo solo bisogno di accettarle. anche gli esagrammi sono in continuo mutamento in accordo con la natura

Infine all’esterno troviamo i cinque elementi: in alto il fuoco, il mio elemento, che è collegato all’organo più importante, il cuore; secondo la concezione cinese il cuore è molto più importante del cervello dato che il corpo può esistere senza cervello, ma senza cuore no. Come emozione è la gioia. A destra troviamo la terra, in basso a destra il metallo, in basso a sinistra l’acqua ed infine il legno. Gli elementi si generano e si distruggono vicendevolmente: il fuoco bruciando genera la terra attraverso la cenere, la terra al suo interno crea il metallo, il metallo attraverso la condensa produce acqua, l’acqua attraverso l’irrigazione genera il legno ed il legno bruciando genera il fuoco. Però il fuoco può distruggere il metallo fondendolo, il metallo può tagliare le piante, le piante possono coprire la terra e privandole dei nutrienti, la terra può bloccare l’acqua come una diga e l’acqua può spegnere il fuoco. Questi cinque elementi però non devono essere collegati agli elementi “fisici”, sono delle idee astratte che si collegano a questi elementi per delle somiglianze, non per una totale corrispondenza. L’uomo è considerato come composto da tutti questi elementi come un micro ed un macrocosmo al tempo stesso.

Questi vari elementi rappresentano la mia concezione della vita, delle arti marziali e della comunicazione: direi che sono la mia spiritualità.

Indovinate chi lo ha scritto

“L’interruzione di procedure mediche dolorose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati ottenuti può essere legittima. Si rinuncia all’accanimento terapeutico. Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni spettano al paziente, se ne ha la competenza e la capacità, o altrimenti a coloro che ne hanno legalmente diritto, rispettando sempre la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente.”


Cardinal Joseph Ratzinger, catechismo della Chiesa cattolica, 1994, par. 2278.

Lo ha ripescato Daniele Luttazzi

Il mio testamento biologico

Non vorrei che un domani sorgessero dei dubbi:

Io sottoscritto Piero Tagliapietra, nato a Desenzano del Garda (BS) il 21 aprile 1984, nella pienezza delle mie facoltà fisiche e mentali, dispongo quanto segue.

Qualora fossi affetto:
da una malattia allo stadio terminale,
da una malattia o una lesione traumatica cerebrale invalidante e irreversibile,
da una malattia implicante l’uso permanente di macchine o altri sistemi artificiali e tale da impedirmi una normale vita di relazione,
non voglio più essere sottoposto ad alcun trattamento terapeutico.

Nelle predette ipotesi:
qualora io soffra gravemente dispongo che si provveda ad opportuno trattamento analgesico pur consapevole che possa affrettare la fine della mia esistenza;
qualora non fossi più in grado di assumere cibo o bevande, rifiuto di essere sottoposto a idratazione o alimentazione artificiale;
qualora fossi anche affetto da malattie intercorrenti (come infezioni respiratorie e urinarie, emorragie, disturbi cardiaci e renali) che potrebbero abbreviare la mia vita, rifiuto qualsiasi trattamento terapeutico attivo, in particolare antibiotici, trasfusioni, rianimazione cardiopolmonare, emodialisi.

Sempre nelle predette ipotesi:
Rifiuto qualsiasi forma di continuazione dell’esistenza dipendente da macchine.

Detto inoltre le seguenti disposizioni:
non richiedo alcuna assistenza religiosa;
il mio corpo può essere donato per trapianti;
il mio corpo può essere utilizzato per scopi scientifici e didattici.

Lo scopo principale di questo mio documento è di salvaguardare la dignità della mia persona, riaffermando il mio diritto di scegliere fra le diverse possibilità di cura disponibili ed eventualmente anche rifiutarle tutte, diritto che deve essere garantito anche quando avessi perduto la mia possibilità di esprimermi in merito.
E questo al fine di evitare l’applicazione di terapie che non avessero altro scopo di prolungare la mia esistenza in uno stato vegetativo o incosciente e di ritardare il sopravvenire della morte

Grazie a Fox per la segnalazione

La chiesa, gli omosessuali, Nietzsche e le tarantole

La chiesa (strano) si schiera contro il riconoscimento degli omosessuali e contro la depenalizzazione dell’omosessualità come reato perchè porterebbe a discriminare i paesi che discriminano (??????? Forse è per questo che durante la seconda guerra mondiale non si sono schierati contro la germania, avrebbero discirminato chi non discriminava gli ebrei).

Nietzsche ha un capitolo meraviglioso nel “Così parlò Zarathustra”, parte seconda, “Delle Tarantole”, le tarantole sono “predicatori dell’eguaglianza”: […]<> […] non è il cuore che li entusiasma, ma la vendetta.

“Gli uomini non sono euguali”. E neppure dovrebbero diventarlo! […] La vita vuole edificare se stessa con pilastri e gradini” ed i gradini sono le differenze tra noi.

Se fossimo tutti uguali nessuno vorrebbe superare se stesso o si porebbe domande, ma rimarebbe nello stesso stato in cui si trova, nello status quo, a vegetare

Scontri in Grecia

Durante gli scontri tra gli studenti e la polizia ieri è stato ucciso un ragazzo di 15 anni.

Non so se definirla una tragedia: la perdita di una vita umana è sempre qualcosa di terribile, ma in questo caso non si tratta di un drammatico incidente: tre agenti in una camionetta vengono assaliti da trenta manifestanti con pietre e bastoni. Gli agenti si difendono.

Mi sembra di rivedere la stessa situazione avvenuta al g8 con Carlo Giuliani: si è gridato allo scandalo, ma il ragazzo stava lanciando un estintore contro degli agenti.

Se qualcuno vi lanciasse contro un estintore, o vi assalisse in massa con pietre e bastoni, minacciando voi ed i vostri amici, lo guardereste con un sorriso e cerchereste di parlargli o pensereste a come mettere in salvo voi ed i vostri cari?

Manifestare è legittimo, se si cerca lo scontro non ci si sorprenda se l’altro invece di rimanere passivo reagisce.

Non sono un sostenitore della polizia, provo disgusto per quanto avvenuto alla Diaz e per la sua sentenza: penso che ogni cosa vada vista per quello che è, senza farsi prendere da pregiudizi politici o di parte. Il male non è a sinistra o a destra, così come il bene, la legalità o l’intelligenza, si tratta solo di aprire gli occhi e decidere di guardare e capire.