Fare business intelligence con i Social Media



Questo post ha piu' di sei mesi. Le informazioni contenute potrebbero non essere aggiornate: ultima modifica: 13.09.11

Una delle domande ricorrenti sui Social Media (oltre a quella sul valore e sul ritorno) è “sì, belli, ma a cosa servono?”. Questa domanda è forse la più importante: solo decidendo il fine è possibile capire cosa misurare e come calcolare il ritorno. Diversamente da quello che molti credono, ovvero che siano piattaforme utili solo per fare conversazione, i social media sono strumenti che possono svolgere diverse funzioni: ad esempio business intelligence, ovvero la raccolta di informazioni strategiche sui propri concorrenti.

Facciamo due esempi sulle informazioni che posso ricavare relativamente al mondo online e facciamo un esempio banale prendendo in considerazione gli operatori di telefonia italiani: TIM, Tre Italia, Vodafone e Wind.

Andando a questo indirizzo http://developers.facebook.com/docs/reference/rest/links.getStats/  posso ottenere alcuni dati interessanti: inserendo infatti l’url di una pagina posso ottenere informazioni aggiuntive rispetto al semplice numero di fan della pagina (un valore relativamente poco interessante dato che non ho informazioni su quanto questi siano attivi), ad esempio il numero di share (numero di volte che la pagina è stata condivisa su Facebook) e numero di comments (numero di commenti fatti direttamente alla pagina, non sulla pagina, attenzione) come si vede dall’immagine seguente.

Di seguito ecco i tre grafici relativi alle pagine Facebook dei quattro operatori su like, share e comments .

Grafici relativi alla business intelligence sulle home page degli operatori di telefonia italiana

Questo sistema funziona anche con gli url, non solo con le pagine quindi posso ottenere informazioni anche sulle homepage degli operatori (ma potrei fare questo anche su delle landing page dedicate a delle attività specifiche): in questo caso ho usato www.tim.it, www.tre.it, www.vodafone.it e www.wind.it.

Secondo me questo è più interessante rispetto alle singole pagine dal momento che è più importante (dal mio punto di vista) che le persone condividano con i loro contatti le pagine relative alle offerte o alle promozioni piuttosto che mettano un like al nostro status update (che non necessariamente apparirà sulla bacheca degli amici).

Di seguito ecco i grafici relativi alle homepage: anche in questo caso non non farò nessun commmento, ma in base a questi valori potrei sviluppare delle analisi sulla performance e capire come migliorare le mie pagine o fare delle valutazioni sull’importanza dell’ottimizzazione dei contenuti del sito rispetto all’impegno che devo dedicare ai contenuti sulla pagina Facebook.

Grafici relativi alla business intelligence sulle home page degli operatori di telefonia italiana

Questo è solo un esempio relativo a Facebook, ma potrei anche raccogliere numerose informazioni relative a Twitter conoscendo gli strumenti giusti (ad esempio sapere quanto sono attivi i followers di un account o se sono semplici bot) oppure posso vedere dove alcune persone si sono geolocalizzate e ipotizzare quali sono i prospect che stanno puntando o i progetti che stanno realizzando.

Questo spiega perché nelle aziende c’è bisogno di policy (che in realtà sono delle linee guida per il buon senso): se prima non facevi un annuncio con un megafono quando andavi da un cliente che doveva rimanere segreto, ora non è il caso di pubblicare un tweet o uno status update su Facebook relativo a quello che stai facendo o a dove sei.

Anche se il mio profilo è chiuso bisogna sempre ricordare che tutto è screenshotabile e tutto può essere inoltrato.

head Photo by ocularinvasion – http://flic.kr/p/9ouqHE

2 replies
  1. Roberto aka postoditacco
    Roberto aka postoditacco says:

    Ciao Piero, una volta tanto sono in disaccordo con te 🙂
    Non sui contenuti, che condivido, ma sulla forma.
    La raccolta dei dati è solo la prima delle funzioni svolte dalla Business Intelligence: seguono la trasformazione, l’archiviazione, la distribuzione e la visualizzazione.
    Solitamente si tratta di processi automatizzati che seguono regole ben definite a priori: il copia-e-incolla non rientra in questa casistica.
    Per analisi molto semplici come quelle da te descritte non c’è bisogno di strumenti di BI, che sono tutt’altra cosa.

    Reply
    • pierotaglia
      pierotaglia says:

      Ciao Roberto, ovviamente condivido la tua critica ma non volevo scendere troppo nel dettaglio, quello qui indicato è solo il primo step sulla raccolta dati e che dovrebbe essere integrato negli altri processi aziendali e confrontato anche con i dati raccolti sulle altre piattaforme (per poi essere trasformato in vera intelligence) 🙂

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