Monitoraggio: Klout e Twitter



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Per concludere questa prima serie di strumenti sul monitoraggio parliamo di Klout, probabilmente la più famosa tra le piattaforme per trovare le persone attive in rete (parlare di influencer è a mio avviso errato e fuorviante).  Come per Peerindex e Followerwonk Klout è uno strumento per monitorare il media Owned e non il media Generato o Guadagnato: oltretutto siamo su basi quantitative e qualitative (una impostazione che non condivido pienamente)

Attenzione: questo post ha più di un anno e i contenuti potrebbero non essere aggiornati

La piattaforma è gratuita e possiamo collegarci tramite Facebook e Twitter connectKlout homepage

 

Potete qui vedere la mia schermata e in alto a destra i servizi che ho collegato al mio account su Klout. Al momento per valutare l’influenza di una persona Klout incrocia i dati di tre piattaforme:

  • Twitter
  • Facebook
  • Linkedin
Prossimamente anche foursquare verrà integrato nell’algoritmo usato per stabilire il il ranking degli utenti.
Klout nella pagina principale mostra una serie di dati disponendoli su un arco temporale di 30 giorni (non modificabile). Ad esempio mi permette di vedere le variazioni legate a
  • Ranking: il mio Klout Score
  • Influenza nel network: ovvero quanto i contenuti che pubblico sono tenuti in considerazione dalle persone che mi seguono (elaborato tenendo conto per quanto riguarda twitter di retweet e mentions uniche mentre per facebook di Like e Commentatori unici)
  • Probabilità di Amplificazione: possibilità che si sviluppino delle interazioni con i contenuti che pubblico (calcolato con retweet, like e commenti totali)
  • Audience Reale: quanto persone vedono davvero i miei messaggi
new klout index
Dopo la schermata principale posso scendere e andare ad analizzare altre informazioni relative alla mia presenza su Twitter e Facebook e sull’interazione con i miei contatti online.
Ad esempio posso vedere quali sono gli argomenti sui quali, secondo Klout, ho una certa influenza (per me ci sono ampi margini di miglioramento in quest’area: dire che io sono influente sul FollowFriday, Milano, Advertising, Business, Relazioni e Microsoft Windows mi pare decisamente improprio)
klout topics sreenshot
Subito dopo Klout mi dice quali sono le persone sulle quali ho una maggiore influenza all’interno del mio network e le variazioni recenti del loro Klout Score (anche in questo caso non trovo corrispondenze con la realtà)
Vi risparmio le liste (ovvero elenchi che posso creare all’interno di Klout) e gli Achievement (i badge che ormai spopolano su quasi tutte le piattaforme) per parlare di quello che è l’aspetto più interessante ovvero del Klout Style: si tratta di un piano cartesiano costituito da 16 celle ad ognuna delle quali è associato un profilo: ad esempio io sono uno Specialist (You may not be a celebrity, but within your area of expertise your opinion is second to none. Your content is likely focused around a specific topic or industry with a focused, highly-engaged audience.); evito di mettervi le altre 15 definizioni, ma sappiate che sono  definite in base alle attività e alle tipologie di contenuto che condividete.
klout comparison screenshot
Poi ovviamente potete fare un’analisi tra gli amici e vedere i loro punteggi su Klout;
Abbiamo parlato per ora di tre tool (e più avanti parleremo di altre piattaforme) e la cosa che sinceramente mi sento di dire è che
  1. nessuno influenza nessuno
  2. i sistemi di ranking sono imprecisi
  3. non esiste la piattaforma definitiva
  4. bisogna incrociare diversi valori e sapere cosa cercare
  5. siamo invasi dai dati e quello che conta è l’analista umano che legge e interpreta
  6. i dati sono inutili se non si trasformano in informazioni che devono a loro volta essere distillate in conoscenza (che deve essere utilizzata nell’azienda per raggiungere gli obiettivi e correggere la rotta per tempo)
  7. avere la conoscenza e non modificare lo stato delle cose è inutile: quando si scopre qualcosa bisogna produrre un cambiamento tangibile
  8. sono sempre più convinto della necessità di passare dalla semplice analisi dei dati all’analisi dei comportamenti tramite i dati  (e questo richiede ancora una volta un’analista che conosca davvero i KPI, le metriche e gli strumenti e che abbia al tempo stesso delle nozioni umanistiche o biologiche )
2 replies
  1. Laura Rossi Martelli
    Laura Rossi Martelli says:

    interessante come gli etologi disprezzino un po’gli statistici per le stesse motivazioni a cui sei arrivato tu…beh, hai rifiutato l’ipotesi di partenza: ritenta con un altro approccio e sarai più fortunato!

    Reply
    • Domenico Palladino
      Domenico Palladino says:

      concordo sulla poca utilità di klout, una semplice analisi quantitativa non può fotografare la realtà: io ad esempio in quelle settimane ero molto più attivo su google plus che non è monitorato 😉

      Reply

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