Fare le cose senza testa



Questo post ha piu' di sei mesi. Le informazioni contenute potrebbero non essere aggiornate: ultima modifica: 3.09.11

Ogni tanto mi chiedo perchè le cose vengano fatte, o meglio, mi chiedo perchè vengano fatte senza riflettere, soprattutto per quanto riguardo la pubblica amministrazione.

Stasera parlavo con una mia cara amica e discutevamo sulla pedonalizzazione della zona universitaria, una delle idee peggio realizzate dal comune.

Perchè?

Non so quanto siate familiari con Bologna, città che a me piace tantissimo dove vivo e studio, ma dovete sapere che la pianta della città è un ovale e tutto l’emisfero sinistro è zona universitaria (circa, facciamo un quarto dell’emisfero sinistro). Alcuni mesi fa è stato intrapreso il progetto di pedonalizzazione della zona universitaria con il divieto d’accesso 24 ore su 24 per i non residenti.

Il piano è stato intrapreso per rendere Bologna più vivibile dal punto di vista della qualità della vita e dell”aria, sicuramente un obbiettivo lodevole e da perseguire.

Peccato che la zona universitaria non sia proprio un salotto, anzi, in alcuni punti è, diciamo, degradata, per usare un termine leggero.

Invece di ripulire la zona, renderla sicura, favorire il via vai di gente, la si è semplicemente chiusa: in questo modo molte persone possono fare i loro porci comodi alla luce del sole, tanto non viene nessuno a controllare.

Al momento via Belle Arti non è messa molto bene dal punto di vista economico, anzi… chi aveva fiutato la cosa aveva già venduto e chi è ancora li stà cercando di vendere, impresa più che mai difficile ora: la via semi deserta a tutte le ore del giorno mette un po’ di tristezza.

La tendenza che qui è espressa è diffusa: si propone qualcosa valutando solo le conseguenze dirette e senza pensare che questa sia soggetta anche ad altri fattori e che influenzerà anche le altri componenti del sistema nella quela si trova immessa.

Se si vuole rendere vivibile la città non è sufficiente decidere di pedonalizzare la zona: migliora i servizi, rendi più sicura l’area, riqualificala. Altrimenti rischi solo di fare più danni di prima. Si cerca di trasformare via Zamboni in via d’Azeglio (una delle vie da struscio in tiro): se metti un vestito da sera ad un maiale, resta comunque un maiale (grazie Obama).

Le nostre scelte non sono delle rette, non sono dei lego, dove se cambiamo un mattoncino rosso con uno blu alla fine il risultato non cambia: le modifiche tendono ad influenzare tutto l’ambiente circostante, anche in modi che non si erano previsti o calcolati.

Penso che ogni tanto si sottovaluti l’impatto che le scelte della poltica hanno nella vita di una città o di uno stato, e , ancora di più, si tenda a ragionare solo sul problema percepito e non sulle sue reali cause: spesso non puoi risolvere il problema direttamente, perchè in realtà il problema è il risultato di diverse situazioni che si sovrappongono: se non le risolvi il problema è destinato a ripresentarsi, sempre.

E questo vale per via belle arti, per via zamboni, per i rifiuti in campania, per alitalia, per tutto

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