Ultima tappa: San Francisco e dintorni



Questo post ha piu' di sei mesi. Le informazioni contenute potrebbero non essere aggiornate: ultima modifica: 3.09.11

Gli occhi ancora bruciano per la sveglia brutale e impassibile che ci ha costretti d aprire gli occhi alle 5 di mattina: io pensavo che le 5 esistessero solo al pomeriggio, ma mi sbagliavo.

Con il passo di uno zombie appena resuscitato andiamo verso l’aeroporto: controlli, biglietti, seduti e decollo. Non ricordo molto del primo volo: il mio corpo reagiva agli stimoli esterni mentre il cervello dormiva tranquillamente.

Scalo a Denver.

Mi sveglio improvvisamente: merito della coca-cola (zucchero e caffeina battono sonno 2-0). Altre due ore di volo e una di fuso orario: la mia ghiandola pineale (sede dei bioritmi del corpo) esplode e chiede per favore se possiamo tornare in Italia, al tempo 0 : gli dico di pazientare ancora per poco.

San Francisco: caldo!

Un po’ di vento ma sembra un enorme phon. Per fortuna andiamo a pranzo e l’aria condizionata ci salva dalla calura. Finito il pranzo via a prendere un caffè da starbucks: sembriamo beduini che vanno da un oasi all’altra in cerca di frescura.

In macchina (più un pulmino scolastico in gita dato il numero di persone e soprattutto di bagagli) saliamo verso Nord attraverso l’autostrada. Svolta a sinistra attraverso foreste di sequoie e poi l’oceano.

Ora siamo a Fort Garland, riposo in preparazione a domani: fare tutta la strada costiera fino a San Francisco

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