Perché discuti su Facebook?



Questo post ha piu' di sei mesi. Le informazioni contenute potrebbero non essere aggiornate: ultima modifica: 16.07.14

Alcune settimane fa, un amico mi ha fatto una domanda “Ma perché discuti online? Non credi sia una perdita di tempo?” Per cui, Cristiano, questo post è colpa tua.

Innanzitutto sì, discutere online è principalmente una perdita di tempo se il tuo obiettivo è convincere il tuo interlocutore, soprattutto se stai cercando di farlo riflettere con argomentazioni razionali. Non funziona. Ci sono alcune migliaia di paper di ricerca sui meccanismi decisionali e i principi di scelta, dopo averne studiati un centinaio li posso condensare in una semplice frase “non si può” (ovviamente se non ci credi sei liberissimo di approfondire il tema).

No, mi spiace, far cambiare idea ad  una persona convinta delle proprie è una missione impossibile. Qualche esempio estremo: far diventare juventino un milanista (invertite e cambiate pure le squadre), far cambiare religione a un fedele o credente un ateo… Vale ad alto livello e vale anche nella vita di tutti i giorni: le nostre convinzioni sono difficili da cambiare, è un bias noto (sicuramente essendo consapevoli del bias se ne viene influenzati leggermente di meno).

Una persona cambia idea se è già orientata a cambiarla o se ha dei dubbi su quello che sta facendo: quando è convinta non ci si può fare nulla. Molto spesso vale anche per le truffe: il truffato spesso è complice; egli infatti è il primo che vuole essere più furbo e vuole credere a promesse facili 1. Per cui, tornando al nostro discorso, già abbiamo poco ascendente sulle persone che ci ritengono credibili /affidabili (con buona pace delle vecchie teorie sugli influencer e degli stakeholder) otretutto online mancando tutto il paraverbale si risulta molto più aggressivi (polarizzando le posizioni) c’è il Dunning-Kruger… figurarsi in una discussione su Facebook o Twitter.  forse dal vivo sui tuoi legami forti hai un qualche asce

Ma a questo punto sorge una domanda: perché perdi tempo a discutere? Ci sono tre scenari

  1. Un buon 50% delle mie discussioni è puro trolling o mascetting. Mi diverto ad irritare certe persone: lo trovo piuttosto piacevole e rilassante. I miei post contro i grillini pensate che siano tesi a fargli cambiare idea? Ma no, ormai “it’s just for the lulz”. E questo si applica anche a tutta una serie di discussioni ed argomenti. Lanci il sasso, aspetti, i pesci abboccano e iniziano a spiegare e parlare, torni dopo mezza giornata e, quasi senza leggere, lanci un’altra provocazione. Mediamente questi status sono caratterizzati da un sacco di smile con la risata e acronimi ( soprattutto :D, LOL, ROFL ). Sono discussioni che non portano via tempo: ogni 12 ore lanci un sasso e poi vai via. Praticamente è come bagnare un Gremlin (si moltiplicano) e poi tiri delle polpette e li guardi mentre si azzuffano (intanto da lontano osservi la scena mangiando popcorn).
  2. Un 40% delle mie discussioni non sono rivolte verso l’interlocutore, ma verso i suoi lettori. Essendo perfettamente conscio che non posso cambiare la sua idea, ma che magari qualcuno dei suoi amici ha già qualche dubbio (è pronto per la “conversione”) in quei casi inizio ad argomentare e a tenere i toni molto più bassi. Per cui in questo caso non sto sprecando tempo (o per lo meno, spero di no).
  3. Il restante 10% delle mie discussioni sono invece un rifiuto categorico di pensare che il mio interlocutore sia così ingenuo o in malafede. Queste piccola percentuale delle mie discussioni sono fatte solamente con chi credo sia intelligente e mi rifiuto di credere che possa scrivere/dire/postare cose tanto idiote. In questo caso sto completamente ignorando quanto detto sopra e cerco di far ragionare questa persona: se rientri in questo 10% è solo perché ho un’elevata considerazione nei tuoi confronti.

C’è poi da dire che ormai sono molto meno litigioso di un tempo (da circa un paio d’anni, direi fine 2011) e quindi tendo a intervenire molto meno: mi auto-censuro un sacco di commenti e di thread (anche perché ci sono cose molto più interessanti, divertenti e proficue che discutere sui Social Network, soprattutto se vuoi cambiare le cose).

I grillini? Puro mascetting e trolling, ci penserà il tempo a fargli cambiare idea (e i più convinti non cambieranno mai idea nemmeno davanti all’evidenza: ci sono dei bellissimi aneddoti sul principio di coerenza nel libro di Cialdini)

Mi piace un sacco discutere, ma per farlo bisogna essere in due e, cosa più importante, parla solo con chi è disposto ad ascoltare.

Photo by storm TK431 – http://flic.kr/p/dVzfv3

Note:

  1. Attenzione, non è sempre così, ma in molti casi di truffa, la vittima è la prima a credere di poter “fregare il sistema o il prossimo” e questo la porta a credere alle promesse di facili guadagni o risparmi enormi a fronte di investimenti o promesse poco chiare
4 replies
  1. Cristiano
    Cristiano says:

    Pierotaglia, “tu m’hai provocato e io ti distruggo adesso…” https://www.youtube.com/watch?v=1Y473QZUjto
    😉

    Scherzi a parte. Risposta esaustiva, grazie.
    Per come sono fatto io non sono in grado di fare il troll e di non “starci male”. E al massimolo farei da anonimo… a far incazzare la gente col proprio nome c’è solo da perdere… o vuoi fare il Cruciani di turno? 😉

    Cito nuovamente Bressanini (che in parte ripercorre quello che dici tu)
    E ricordate che dovete parlare al pubblico che vuole capire meglio la questione NON AGLI ATTIVISTI MILITANTI. Non perdete tempo con loro. Lasciateli perdere. Non dovete rivolgervi direttamente a loro. Se siete tra quelli che vanno a rispondere sui siti e pagine Facebook dedicate alle scie chimiche o ai naturopati antivaccinatori, beh, sappiate che state buttando via energie. Non solo non li convincerete mai con discorsi razionali, ma togliete tempo invece a spiegare come stanno le cose alle persone comuni, semplicemente incuriosite o dubbiose. I cosiddetti “incerti”. Sono loro le persone su cui si debbono concentrare gli sforzi divulgativi. Dovete fare lo sforzo di capire a che cosa è interessato realmente il pubblico, che può essere diverso dalle cose a cui sono interessati gli attivisti.
    http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/10/21/le-parole-sono-importanti-consigli-ad-aspiranti-divulgatori-2/

    Reply
    • pierotaglia
      pierotaglia says:

      Me ne faccio una ragione (ma di solito con i grillini non è difficile: c’è talmente tanto materiale che si ha l’imbarazzo della scelta 😉 )

      Reply

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