Content is the King?



Questo post ha piu' di sei mesi. Le informazioni contenute potrebbero non essere aggiornate: ultima modifica: 18.12.11

Una delle frasi che sento ripetere più spesso, quasi fosse un mantra, è “Content is the King” e, ogni tanto anche quella che può essere considerato la seconda parte “Context is the Queen”. Ritengo queste frasi corrette, ma spesso male interpretate: le aziende che si affacciano al web 2.0 pensano infatti che per ottenere visibilità, interazione e post positivi sia sufficiente produrre post e status update di qualità, dopotutto “content is the king”.

Dove risiede l’errore? Nel fatto che il content non è costituito dagli status update, ma dai prodotti e dai servizi.

Dal mio punto di vista è quindi necessario distinguere tra due content e tra due contest, da un lato legati all’esperienza nel mondo fisico dall’altro legati al mondo online; praticamente si tratta di fare lo stesso passaggio dal segno secondo Saussure alla concezione di Hjelmslev: Saussure distingueva solo tra Espressione e Contenuto (significate e significato per usare le sue parole) mentre Hjelslev elabora uno schema due piani e distingue tra Sostanza e Materia dell’Espressione e Sostanza e Materia del Contenuto. Noi faremo la stessa cosa con Content e Context: per contenuto intendiamo il mondo fisico, mentre per espressione l’online ed avremo quindi il seguente schema (mettendolo in parallelo alla concezione del segno di Hjelmslev):

Una rappresentazione del segno secondo Hjelmslev

Il segno secondo Hjelmslev

Diversi contenti e diversi context

Content e Context

Diamo ora delle definizioni migliori di cosa intendiamo con queste opzioni

  • Content del Contenuto: è il prodotto/servizio vero e proprio. Può essere un auto, un testo, un programma, servizi bancari o qualunque altro bene materiale o immateriale
  • Context del Contenuto: è un mix di elementi fondamentali variabili che possono essere il design dell’oggetto, il luogo in cui viene acquistato l’oggetto, l’ergonomia e la facilità d’uso. Ad esempio per un libro possono essere elementi del context il font con cui è stampato, la qualità della carta, la reperibilità, la presenza di DRM; per una banca gli orari, la pulizia dei luoghi, l’educazione e la disponibilità degli operatori. Per un computer può essere il telaio in alluminio
  • Content dell’Espressione: i post, gli status update, le presentazioni o le foto
  • Context dell’Espressione: tutto quello che rappresenta l’esperienza online mentre fruiamo del contenuto. Se si tratta di un post ad esempio sono fattori del contest l’impaginazione, l’assenza o la presenza di refusi, la grafica del blog; per una presentazione su slideshare context è la cura per i grafici, l’uso corretto dei colori, la dimensione dei font e l’assenza del comics; per un servizio bancario si tratta ad esempio dell’usabilità del sito, del suo reale funzionamento.

Abbiamo quindi definito quattro variabili e, anche se auspicabile, non è indispensabile siano presenti tutte (a meno che non si voglia avere successo, ovvio).

Vediamo ora tre delle possibili combinazioni (le principali) e diamone una lettura:

Solo contenuto senza espressione

Solo contenuto senza espressione

 

Nel primo caso vediamo come l’azienda si concentri solo sul prodotto e lavori al massimo per fare in modo che venga apprezzato dagli utenti. In questo caso cosa succede? Molto probabilmente, se il prodotto è eccellente sia per content che per context,  saranno gli utenti a parlarne in rete e a fare da volano per le pubbliche relazioni. Bisogna anche mettere in conto che, anche se è molto probabile, può avvenire che gli utenti non parlino del vostro servizio/prodotto e che rimanga quindi in una nicchia o addirittura invisibile: Hjelmslev dice che i quattro piani sono solidali tra loro e, in effetti, se pensi qualcosa, ma non lo dici (non metti in forma la materia facendola diventare sostanza) è come se non esistesse.


Solo espressione senza contenuto

Solo espressione senza contenuto

Nel secondo caso abbiamo invece un’azienda con un prodotto scarso ed inutilizzabile che comunica in maniera egregia in rete. Il risultato è il fallimento perché, come ho già scritto in passato, le persone dopo un abbaglio iniziale, si rendono conto che quella che è avvolta nell’incarto dorato non è cioccolato e inizieranno a parlarne male. Se un’azienda è saggia sfrutterà le critiche per migliorare i suoi prodotti e risolvere i problemi che gli utenti hanno: se questo non succede le critiche continueranno e avere successo e il tanto auspicato “sentiment positivo” rimarrà una chimera. Sempre parlando di solidarietà tra piani: se urli senza pensare fai del gran rumore, ma non comunichi nulla.


Content e Context all togheter

Espressione + Contenuto = Epic Win

Terzo ed ultimo caso abbiamo una coordinazione e una solidarietà tra i quattro piani (potremmo parlare dell’elaborazione di una strategia comunicativa e di marketing completa) e, in questo caso vi è poco da aggiungere: successo, risultati, vendite. Con i quattro piani solidali tra loro possiamo avere qualcosa denso di significato per noi e per gli utenti

Nell’epoca dei Social Media, la velocità con la quale i contenuti prodotti dagli utenti si diffondono e la portata delle considerazioni personali sono aumentate in maniera sconcertante rispetto al passato (quando potevamo criticare o parlare bene di un prodotto solo a persone con le quali condividevamo il tempo o lo spazio): pensare di ottenere visibilità o recensioni positive solo creando post è quindi un approccio miope.

Ricapitolando, per ottenere visibilità e interazioni con gli utenti bisogna valorizzare entrambi i Content ed Entrambi i Context: se manca uno di questi elementi, il percorso online che decidiamo di intraprendere sarà estremamente arduo e irto di difficoltà.

Per finire un ultima considerazione: in semiotica i quattro piani (solidali tra loro) vanno a definire il segno, ma nel mondo della comunicazione? I quattro elementi vanno a definire il Brand e parte della corporate image (che dopotutto è un oggetto semiotico dinamico che si compone della somma dei messaggi volontari e involontari e dei discorsi sulla marca)

Headline image: Photo by oknovokght – http://flic.kr/p/4ktyuQ

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