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I 10 pilastri di un movimento religioso



Questo post ha piu' di sei mesi. Le informazioni contenute potrebbero non essere aggiornate: ultima modifica: 4.03.13

Una delle attività più proficue per comprendere alcuni fenomeni è andare alla ricerca delle basi comunicative sulle quali si fonda. Perché un prodotto, un partito o un movimento riescono ad avere un particolare successo mentre altri “vincono perdendo”? Ci sono varie motivazioni, ma uno degli aspetti più interessanti è la vicinanza con i movimenti religiosi.

Un movimento religioso è un oggetto particolarmente interessante dato che riesce a ottenere risultati sorprendenti (fede da parte dei membri del gruppo, un concetto sul quale torneremo più avanti). Una delle ricerche più recenti sul tema (fMRI su 15 carmelitane 1) mostra come non sia possibile individuare una singola area legata al divino, ma di come siano coinvolte diverse regioni del cervello 2

Ma quali sono i 10 elementi che caratterizzano un movimento religioso? Secondo Martin Lindstorm queste sono le 10 invarianze 3 (con l’aggiunta di qualche mio commento). Si tratta di un’analisi di comunicazione e quindi non farò riferimento a partiti precisi: ciascuno può fare l’esercizio di vedere quali sono le entità politiche o i brand che rispondono meglio a questi 10 elementi.

  1. Senso di appartenenza:  il primo punto è la percezione di essere membri di un club estremamente esclusivo al quale non tutti possono accedere. Normalmente i gruppo creano anche un linguaggio ad hoc per separarsi dal resto della popolazione e marcare in maniera ancora più netta la propria diversità. Da questo punto di vista la rete è fondamentale per la creazione e l’aggregazione delle persone che possono formare dei gruppi non tanto su base locale ma su interesse 4
  2. Visione chiara: nessuna ambiguità, nessun margine di interpretazione. Lo scopo del progetto non lascia spazio a fraintendimenti: un questo modo le persone possono identificarsi senza avere dubbi.
  3. Potere sopra i nemici: identificare in maniera chiara e netta i nemici consente di articolare meglio il proprio pensieri, definire i confini del movimento e rinforzare i legami. La contrapposizione io-tu  è uno degli elementi fondamentali per consentire  una corretta identificazione del movimento/partito/brand 5
  4. Fascino sensoriale: le varie religioni sono in grado di fornire esperienze particolari (di solito in gruppo) che evocano sensazioni particolari e che facilita il riconoscimento (formano dei marcatori somatici 6
  5. Storytelling: tutte le grandi religioni si basano su una notevolissima impalcatura di storia e racconti. Avere quindi una propria modalità di narrazione, le proprie storie consente è quindi un elemento importante che deve essere unito alla capacità di raccontare queste storie (un eccellente narratore aiuta)
  6. Grandezza: tutte le religioni hanno un senso di grandezza e in molti casi purezza (in contrapposizione alle impurità e alla corruzione del nemico)
  7. Evangelismo: la capacità di convincere gli altri e la missione di andare sul territorio e fare proselitismo;
  8. Simboli: la presenza icone nelle quali le persone si possano immediatamente riconoscere e avere chiara la propria identità. L’ideale (come mostrato dal marketing e dalle maggiori religioni) è un’immagine semplice, ma al tempo stesso potente (da un punto di vista evocativo).;
  9. Misteri: la presenza di segreti l’ignoto (ricetta segreta coca – cola) cose che non possiamo dire. Quanto più si coltiva mistero e fascino tanto maggiore è l’interesse (noi sappiamo la verità, l’idea del complottismo). A volte il mistero è corroborate da ricerche pseudoscientifiche
  10. Rituali: le religioni si caratterizzano per degli eventi specifici, ripetuti (che posono essere di vario livello).

Qual è a questo punto il problema? Beh, la relazione con i membri del movimento. Quando si parla di religione dobbiamo tener presente che siamo in un campo particolare, quello della fede. Questa è un oggetto molto particolare dal momento che trascende la logica 7 quindi, qualsiasi prova a supporto di una tesi contraria viene ignorata. Già l’uomo è un soggetto a razionalità limitata principalmente emotivo, se aggiungi la fede ogni discussione diventa priva di senso (perché in ogni caso non si riuscirà a far ragionare l’altro).

A quanti di noi è capitato di vedere una discussione tra amanti del Mac vs Android? Coca Cola vs Pepsi? Ad entrambe le parti sembra impossibile che l’altro non “veda la verità” (vale anche per i partiti). In generale non è un grande problema quando si discute di credenze, dato che ognuno è legittimamente tenuto ad averne, ma quando parliamo di opinioni e fatti.

Facciamo una piccola premessa: diversamente da quanto si crede non tutti hanno diritto ad un’opinione (come illustrato chiaramente in questo post di Patrick Stokes) 8 ma ognuno ha “diritto” a quello che può dimostrare 9. In generale quindi passare dalla dimostrazione, fornendo prove misurabili a supporto di quanto si dice, potrebbe apparentemente sembrare una buona strategia per convincere qualcuno: davanti all’evidenza, cambierà idea, giusto? Sbagliato.

Il problema delle euristiche e dei bias cognitivi 10 complica molto il discorso. In generale è estremamente difficile cercare di convincere qualcuno che ha fede in qualcosa (ma si può sempre tentare) 11. Sicuramente, in base a quanto abbiamo detto prima, si conferma come vera la frase “La religione è l’oppio dei popoli” in quanto basata su fede e non su ragione 12 e quindi cercare di convincere  le persone mostrando gradi moli di dati,  trollarli (funziona benissimo per farsi due risate, ma per tende a rinforzare la contrapposizione), e dire “è evidente” non porta a risultati. Però possiamo sfruttare alcuni studi scientifici.

Dato che è un tema che si affronta spesso in ambito scientifico (il debunking) alcuni ricercatori hanno stilato un manuale e ci sono alcuni spunti interessanti (sfruttando le conoscenze in ambito neurobiologico) che consiglio di leggere (Scarica il PDF 570 kb ) 13, ma non sperateci troppo. Come per ogni scelta (nell’età adulta) deve esserci già un dubbio iniziale: è impossibile far cambiare idea una persona  sicura della sua religione.

Se volete divertirvi adesso prendete un partito, un brand o un movimento e provate a pensare ai 10 punti che ho elencato e provate a mapparli. Quali sono delle religioni (o cercano di esserlo)?

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Featured image Photo by Josh Kenzer – http://flic.kr/p/7jCW4q

Note:

  1. University of Montreal (2006, August 30). Brain Scan Of Nuns Finds No Single ‘God Spot’ In The Brain, Study Finds. ScienceDaily. http://www.sciencedaily.com/releases/2006/08/060830075718.htm
  2. In particolare il nucleo caudato e l’insula http://it.wikipedia.org/wiki/Lobo_dell’insula
  3. trovate ulteriori approfondimenti in Neuromarketing
  4. Uno degli aspetti fondamentali della rete è il modo nuovo in cui le persone instaurano relazioni, non solo su base geografica, ma creando legami su interessi: molto ben spiegato e approfondito in World Wide We
  5. Il concetto è stato largamente spiegato da Lotman e Uspenskig in Forme della Cultra: perché vi sia un riconoscimento è necessario da un lato una condivisione di codici (riconoscimento dell’altro) e dall’altro la possibilità di riconoscere una diversità. Si parla quindi di simmetria chirale enantiomorfa
  6. il concetto di Marcatore Somatico è stato analizzato da Damasio su vari testi, qui una spiegazione generale su marcatori e studi)
  7. In questo caso la mia definizione è legata a quella di Soren Kierkegaard – wikipedia
  8. Se volete sostenere il diritto all’opinione di tutti leggete prima il post, altrimenti non pubblico i commenti
  9. è la differenza tra credenza (doxa) e conoscenza nel senso platonico. Se conoscenza e doxa non sono dimostrabili ci troviamo con una impossibilità di distinzione tra le due (la critica di Peirce a Cartesio)
  10. qui trovate una lista abbastanza completa – wiki
  11. fortunatamente in alcuni casi la corteccia prefrontale mette in discussione le scelte fatte dal “cervello emotivo”
  12. La fonte della frase è qui, non è Marx diversamente da quanto “credevo” wiki 
  13. la fonte è http://www.skepticalscience.com/
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