Un mix di riflessioni che non sono direttamente collegate con il mondo della comunicazione

A cosa servono le competenze?

Qui sotto potete vedere una video intervista a Eugenio Galli sullo stato della mobilità dolce a Milano (il filmato dura 11 min, ma già i primi 3 sono significativi).

Il dato più significativo che emerge è la tendenza (molto diffusa) ad affidare la soluzione di problemi o lo sviluppo di compiti a persone prive delle competenze adatte. Essere privi di competenze non è un crimine, sapere tutto è impossibile: in una società iper culturale come le nostra ognuno ha competenze specifiche perchè ogni area prevede un approccio specifico con soluzioni specifiche.

E’ il motivo per cui si paga una consulenza ad un esperto (sperando che sia tale): questa è una figura che sa di cosa sta parlando, che prende il problema, lo analizza e trova la soluzione corretta nella metà del tempo che ci vorrebbe ad una persona normale (che avrà sicuramente altre competenze).

Questa tendenza a “fare tutto in casa” è diffusa in molti campi. Ad esempio:

Comunicazione: fare un sito web o un annuncio stampa senza chiedere a chi se ne occupa davvero (mancanza di coerenza, assenza del brand, animazioni flash in abbondanza, colori psichedelici, testi lunghissimi scritti in piccolo, difficile localizzazione delle informazioni importanti, messaggi contraddittori all’interno del testo….)
Trasporti: eliminare i parassiti vietando l’accesso ai cani (forse era meglio fare un indagine su quali parassiti ci sono sui treni e i modi giusti per eliminarli dato che questi variano in base all’insetto; inoltre i parassiti animali sono diversi da quelli che attaccano l’uomo, oltretutto chi vive con un cane al 90% lo tiene pulito).
Animali: dare i cani del canile alle famiglie senza tenere conto di tutti i fattori in gioco(il cane va osservato, la famiglia va informata sui comportamenti, la famiglia va educata)

In una società complessa esiste la figura dell’esperto (sperando che sia tale): una persona con un area di conoscenza precise e chiare, che sa di cosa sta parlando e che posto davanti ad un problema lo risolve in maniera precisa ed efficace nellà metà del tempo che sarebbe necessaria a una persona con altre competenze.

Piccoli esempio: se ho un problema con il mio cane mi rivolgo alla mia dolce metà che si occupa di comportamento animale: in trenta secondi ho risolto il problema (se non lo avessi fatto il cane avrebbe continuato a fare di testa sua e probabilmente avrei peggiorato la situazione). Se la mia dolce metà deve preparare una presentazione quando ha scritto tutto le controllo il livello di efficacia comunicativa e la sistemo e la presentazione fila. Se ho un problema di sicurezza informatica mi affido al mastro tecnologo della casa.

Per risolvere i problemi ogni tanto è meglio chiedere.

I nuovi MacBook Pro

In attesa dell’apple event fissato per il 14 ottobre Via Geekissimo le nuove foto dal MacBook Pro

Fare le cose senza testa

Ogni tanto mi chiedo perchè le cose vengano fatte, o meglio, mi chiedo perchè vengano fatte senza riflettere, soprattutto per quanto riguardo la pubblica amministrazione.

Stasera parlavo con una mia cara amica e discutevamo sulla pedonalizzazione della zona universitaria, una delle idee peggio realizzate dal comune.

Perchè?

Non so quanto siate familiari con Bologna, città che a me piace tantissimo dove vivo e studio, ma dovete sapere che la pianta della città è un ovale e tutto l’emisfero sinistro è zona universitaria (circa, facciamo un quarto dell’emisfero sinistro). Alcuni mesi fa è stato intrapreso il progetto di pedonalizzazione della zona universitaria con il divieto d’accesso 24 ore su 24 per i non residenti.

Il piano è stato intrapreso per rendere Bologna più vivibile dal punto di vista della qualità della vita e dell”aria, sicuramente un obbiettivo lodevole e da perseguire.

Peccato che la zona universitaria non sia proprio un salotto, anzi, in alcuni punti è, diciamo, degradata, per usare un termine leggero.

Invece di ripulire la zona, renderla sicura, favorire il via vai di gente, la si è semplicemente chiusa: in questo modo molte persone possono fare i loro porci comodi alla luce del sole, tanto non viene nessuno a controllare.

Al momento via Belle Arti non è messa molto bene dal punto di vista economico, anzi… chi aveva fiutato la cosa aveva già venduto e chi è ancora li stà cercando di vendere, impresa più che mai difficile ora: la via semi deserta a tutte le ore del giorno mette un po’ di tristezza.

La tendenza che qui è espressa è diffusa: si propone qualcosa valutando solo le conseguenze dirette e senza pensare che questa sia soggetta anche ad altri fattori e che influenzerà anche le altri componenti del sistema nella quela si trova immessa.

Se si vuole rendere vivibile la città non è sufficiente decidere di pedonalizzare la zona: migliora i servizi, rendi più sicura l’area, riqualificala. Altrimenti rischi solo di fare più danni di prima. Si cerca di trasformare via Zamboni in via d’Azeglio (una delle vie da struscio in tiro): se metti un vestito da sera ad un maiale, resta comunque un maiale (grazie Obama).

Le nostre scelte non sono delle rette, non sono dei lego, dove se cambiamo un mattoncino rosso con uno blu alla fine il risultato non cambia: le modifiche tendono ad influenzare tutto l’ambiente circostante, anche in modi che non si erano previsti o calcolati.

Penso che ogni tanto si sottovaluti l’impatto che le scelte della poltica hanno nella vita di una città o di uno stato, e , ancora di più, si tenda a ragionare solo sul problema percepito e non sulle sue reali cause: spesso non puoi risolvere il problema direttamente, perchè in realtà il problema è il risultato di diverse situazioni che si sovrappongono: se non le risolvi il problema è destinato a ripresentarsi, sempre.

E questo vale per via belle arti, per via zamboni, per i rifiuti in campania, per alitalia, per tutto

Odio Trenitalia: no ai cani in treno

Se già avevo un cattivo rapporto con trenitalia, le ultime notizie non fanno che peggiorare questo nostro rapporto: i cani e gli animali di peso superiore ai 6kg non potranno più viaggiare in treno , gli altri animali potranno viaggiare solo con certificato medico di data non antecedente ai tre mesi.

Se potessi, se ci fosse un alternativa, spenderei di più e viaggerei con un altra compagnia, praticamente solo per non dover aver a che fare con trenitalia.

La norma è come in molti casi un provvedimento fatto con i piedi invece che con la testa, in quanto cerca di risolvere problemi senza riflettere, come avviene sempre più spesso: si vuole risolvere il problema dei parassiti e della gente che ha paura del cane.

Trovo giustissima quella parte di provvedimento che obbliga i padroni ad avere un certificato medico (se tieni al tuo compagno a 4 zampe c’è l’hai già, quindi non cambia molto) dove si dichiara che il cane non ha parassiti.

Vietare il viaggio al cane grande mi sembra un errore per svariate ragioni:
1) paga il biglietto ed occupa un posto, quindi se una persona ha paura del cane basta che non si sieda vicino al cane: su una carrozza ci sono circa 50 posti a sedere, vuoi non trovarne uno lontano dal cane? ci sono minimo 4 carrozze, fai un po’ il conto tu….
2) s’incentiva l’abbandono dei cani: molte persone che lo portavano in vacanza, che se lo portavano avanti e indietro purtroppo saranno costretti ad abbandonarlo o a darlo in affido a canili

Io mi trovo nella seconda situzione: a Bologna ho un bellissimo cane di 12 kg, tranquillo e dolce, ma con il fatto che torno a casa alcuni weekend al mese, dovrò lasciarlo a qualcuno…

Stevia: nuovi dolcificanti

Avevo già dedicato un post alle proprietà della stevia, che potrebbe sostituire lo zucchero dato che dolcifica ma da molti meno problemi.

Oggi ne parla anche repubblica con un articolo

Air France è scappata per colpa della CGIL

Addoro la rete, nei media tradizionali la memoria è volatile, si dimenticano le cose dette ed i fatti avvenuti, oppure si ritrattano, si dice che si è capito male, che si è stati fraintesi.
On line un documento trova sempre il modo di tornare: come nel rizoma di Deleuze ogni punto è in connessione con un altro e non esiste una strada ma infiniti percorsi ed alla fine la memoria torna, a patto di essere disposti ad accettarla.

11 settembre

Oggi è l’undici settembre, tragica data dell’attentato alle torri gemelle. Forse sarebbe giusto ricordare anche un altro 11 settembre, quello del 1973, più precisamente in Cile: se il nome Salvator Allende non vi dice nulla andate ad approfondire.

Il conteggio dei morti per gli attentati negli USA è di 2974 morti, in Cile si parla di circa 2.095 morti e 1.102 “scomparsi” durante la dittatura, ma i numeri potrebbero essere maggiori.

Se bisogna ricordare ricordiamo tutto, anche il supporto degli USA a Pinochet da parte di Kissinger, non solo le memorie utili. Sui giornali però di questo non se ne parla.

Rilascio pergamena di laurea

Dopo due anni dal conseguimento del titolo è finalmente giunta la prestigiosa pergamena di laurea

Notizie preoccupanti

Secondo me è allarmante, o più precisamente dovrebbe essere motivo di preoccupazione e far riflettere, l’aumento di aggressioni a danni di omosessuali nella capitale (la terza in questi ultimi mesi), di revisionismo storico (dove i soldati della Rsi sono esaltati perchè fedeli alla patria) dove a Milano s’inaugura la sede di cuore nero e vengono minaciati i cronisti (spezzo un braccio). Potremmo anche continuare ma penso sia sufficiente.

Pensieroso e preoccupato