La morte della comunicazione



Questo post ha piu' di sei mesi. Le informazioni contenute potrebbero non essere aggiornate: ultima modifica: 26.05.12

Quasi un anno fa, agosto 2009,  stavo scrivendo l’introduzione della mia tesi (ovviamente l’ultimo capitolo) ed una delle riflessioni riguardava la morte dell’informatica intesa come materia chiusa. Pensiamo alla ricerca, alle infrastrutture, ai servizi, alle attività “social”: l’informatica è ormai una materia permeabile presente nella maggior parte delle attività ed è ormai indissolubilmente legata alla vita delle persone e delle aziende. Penso che questa considerazione valga anche per la comunicazione: esiste qualche persona che si possa permettere di comunicare male? Esistono aziende che possono concedersi il lusso di utilizzare in maniera errata la comunicazione? Non credo proprio: anche la comunicazione come materia chiusa è morta. Un’alfabetizzazione comunicativa di base deve fare parte del bagaglio culturale di ogni persona. Ho visto contenuti importanti presentati male attraverso slide e perdere così di valore, aziende approcciarsi ai Social Network senza vision, mission e identità, studenti presentare progetti entusiasmanti stando seduti con le mani davanti alla bocca: mancavano solamente i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. L’importanza di una comunicazione efficace, corretta e precisa deve quindi diventare parte del nostro DNA, la selezione naturale non aspetta. Cosa ne pensate? Le materie avevano confini nettiLe materie permeabili Featured image: Photo by partymonstrrrr – http://flic.kr/p/9UW2k4

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