Monitoraggio: Klout e Twitter
Per concludere questa prima serie di strumenti sul monitoraggio parliamo di Klout, probabilmente la più famosa tra le piattaforme per trovare le persone attive in rete (parlare di influencer è a mio avviso errato e fuorviante). Come per Peerindex e Followerwonk Klout è uno strumento per monitorare il media Owned e non il media Generato o Guadagnato: oltretutto siamo su basi quantitative e qualitative (una impostazione che non condivido pienamente)
Attenzione: questo post ha più di un anno e i contenuti potrebbero non essere aggiornati
La piattaforma è gratuita e possiamo collegarci tramite Facebook e Twitter connect
Potete qui vedere la mia schermata e in alto a destra i servizi che ho collegato al mio account su Klout. Al momento per valutare l’influenza di una persona Klout incrocia i dati di tre piattaforme:
- Ranking: il mio Klout Score
- Influenza nel network: ovvero quanto i contenuti che pubblico sono tenuti in considerazione dalle persone che mi seguono (elaborato tenendo conto per quanto riguarda twitter di retweet e mentions uniche mentre per facebook di Like e Commentatori unici)
- Probabilità di Amplificazione: possibilità che si sviluppino delle interazioni con i contenuti che pubblico (calcolato con retweet, like e commenti totali)
- Audience Reale: quanto persone vedono davvero i miei messaggi
- nessuno influenza nessuno
- i sistemi di ranking sono imprecisi
- non esiste la piattaforma definitiva
- bisogna incrociare diversi valori e sapere cosa cercare
- siamo invasi dai dati e quello che conta è l’analista umano che legge e interpreta
- i dati sono inutili se non si trasformano in informazioni che devono a loro volta essere distillate in conoscenza (che deve essere utilizzata nell’azienda per raggiungere gli obiettivi e correggere la rotta per tempo)
- avere la conoscenza e non modificare lo stato delle cose è inutile: quando si scopre qualcosa bisogna produrre un cambiamento tangibile
- sono sempre più convinto della necessità di passare dalla semplice analisi dei dati all’analisi dei comportamenti tramite i dati (e questo richiede ancora una volta un’analista che conosca davvero i KPI, le metriche e gli strumenti e che abbia al tempo stesso delle nozioni umanistiche o biologiche )
interessante come gli etologi disprezzino un po’gli statistici per le stesse motivazioni a cui sei arrivato tu…beh, hai rifiutato l’ipotesi di partenza: ritenta con un altro approccio e sarai più fortunato!
concordo sulla poca utilità di klout, una semplice analisi quantitativa non può fotografare la realtà: io ad esempio in quelle settimane ero molto più attivo su google plus che non è monitorato 😉