generale

Reeves, Politz e i Social Network

Leggendo  “I miti di Madison Ave” ho trovato due frasi di Alfred Politz (p. 85-86 )che mi hanno fatto riflettere sui Social Network e sul cambiamento della comunicazione in atto:

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Presentazioni funzionali

In casa mia le presentazioni sono una religione, non sono una semplice accozzaglia di slide. Di PPT ne ho visti moltissimi durante i vari barcamp: alcuni belli ed altri inguardabili. Belle non vuol dire piene di animazioni e con immagini belle, vuol dire leggibili e funzionali. Fosse per me renderei obbligatorio per chi usa ppt o keynote la lettura di Presentazion Zen o di un testo analogo in modo da capire cosa sta facendo e come dovrebbe farlo.

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Sostanza, Contenuto e Giornali

In semiotica, o meglio in una sua branca, si parla di segno come elemento che riunisce due elementi, sostanza e contenuto. Questi due elementi sono solidali tra loro: non può esserci sostanza senza contenuto e, viceversa, non può esserci contenuto senza  sostanza.

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Festa Democratica senz’anima

Ogni anno vado alla “festa dell’Unità” (AKA “Festa Democratica”) e quella di quest’anno, a livello comunicativo, ha raggiunto i minimi storici.

Due domande fondamentali: A cosa serve questo evento?  Cosa stai raccontando alla gente?

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Coerenza, reputazione e successo

Su FriendFeed è iniziata una discussione molto interessante: In politica è importante la reputazione? C’è una relazione tra reputazione e succcesso elettorale? Se non è così, la maggior parte delle conversazioni che facciamo non sono teoriche ed inutili?

Ora vorrei riflettere con voi su questo argomento: reputazione e successo.

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La crisi: se non la gestisci sarà qualcun altro a farlo

Qualora sorgano problemi è meglio affrontarli direttamente. La rete non t’ignorerà se tu la ignori, parlerà comunque di te, solo che non avrai la possibilità di difenderti se non sarai presente.

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Magic Italy

 

Sta girando in rete quello che si suppone essere il nuovo logo per il portale dedicato al turismo italiano, l’erede dello sfortunato Italia.it. Per quanto incredibile l’erede si prospetta peggiore del suo predecessore.

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Che cosa è la semiotica visiva

Complice un giro per la rete ed una tappa in feltrinelli e ieri sera ho acquistato un testo molto interessante: Che cosa è la semiotica visiva (carocci, 10 €, ben spesi secondo me( acquista)).

Scritto da Piero Polidoro, questo libro ha il pregio di spiegare in maniera comprensibile ed efficace nell’arco di un centinaio di pagine non solo la semiotica visiva, ma più in generale anche la teoria della semiotica del testo.

Se volete approfondire le vostre conoscenze semiotiche o volete acquisirne, se lavorate con le immagini, questo è un testo che consiglio ma è soprattutto un testo che può migliorare il modo in cui preparate un sito, una campagna pubblicitaria o una presentazione.

L’alternativa è assumere un semiotico (tra un po’ sarò in vendita, se siete interessati alle analisi qualitative inviate mail, contattatemi su facebook, skype o altro mezzo) e sposarne uno (sconsigliato ;-))

Semioti-che? Cosa studia la semiotica?

Innanzitutto volevo ringraziarvi per aver votato così numerosi.

Vediamo insieme quali sono le risposte corrette e di che cosa si occupa la semiotica.

Partiamo definendo la materia: la semiotica è quella materia che cerca di spiegare come diamo senso alle cose, come attribuiamo significato a ciò che ci circonda.

La semiotica si occupa quindi di segni (complimenti ai 14 che hanno votato segni) e di testi (complimenti a quei cinque): la risposta corretta quindi era duplice. Ma perchè segni e testi? E perchè non di fuffa, simboli e malattie?

  • di malattie se ne occupa la semeiotica, una branca della medicina che studia i segni del corpo per riconoscere le malattie, 
  • i simboli sono dei segni particolari, sono un sottoinsieme
  • la fuffa può essere uno degli argomenti che la semiotica può andare a studiare in quanto testo o segno

Testi e segni. Cosa hanno in comune? Moltissimo. Anche qui definizioni, il modo migliore per essere sicuri di parlare delle stesse cose.

Un testo è uno spazio delimitato da confini, ha una coerenza interna, è regolato da una grammatica ed è scomponibile in unità. Un testo è quindi un immagine, un film, una performance, qualsiasi elemento che risponda agli elementi sopra elencati

E i segni? I segni sono, citando Peirce, padre della semiotica moderna, “qualcosa che sta per qualcos’altro sotto qualche aspetto o capacità per qualcuno” (da qui il titolo del blog). Cioè? Il segno cerca di rendere conto di come il significato passi dall’oggetto al suo referente. Esempio: la parola “cane” è il referente per il il cane in quanto tale, ma perchè ci sia la parola ci vuole qualcuno che la pensi. Inoltre quando penso a “cane”, non penso a tutti le caratteristiche di tutti i cani del mondo che conosco, ma penso solo ad alcune caratteristiche, quindi solo ad alcuni aspetti o capacità.

Quindi abbiamo un interesse verso le modalità di funzionamento dei testi e dei segni, cercando di spiegare come si generi il senso delle cose con le quali entriamo in contatto.

Da qui abbiamo diversi approcci: una semiotica generativa, una semiotica interpretativa ed una sociosemtiotica. Argomenti dei prossimi post.

Spero di essere stato abbastanza chiaro, se ci sono domande sono ben gradite.

Semioti-che?

Inauguriamo un nuovo filone su questo blog: una rubrica di semiotica (mio ispiratore D-U). 

Perchè? 

  1. Perchè nessuno sa davvero cosa studio, salvo rare eccezioni.
  2. Perchè voglio condividere quello che imparo
  3. Per ripassare quello che so e trovare quello che mi manca
  4. Farvi partecipi di una bella materia che si occupa di tutto (anche di pesci e bottoni).
Metterò anche un sondaggio: di che cosa si occupa la semiotica? Vedremo poi le risposte